L’orologio senza lancette

La storia inziai quando scrissi un pensiero a novembre 2013 dal titolo “l’orologio senza lancette” che fu pubblicato sul Gazzettino il 6 gennaio 2014. Mentre con la professoressa Andeazza ci mobilitammo con l’amministrazione comunale per fare in modo che venisse risolto il problema. Abbiamo avuto anche un incontro con l’allora assessore Placido Fundarò che accolse le nostre segnalazioni ma non potè fare altro che dirci come il comune non poteva intervenire direttamente in quanto la stazione è della società che gestisce le ferrovie. Da allora con il Circolo Culturale del Bello non abbiamo mai mancato di sollecitare la cosa, rassegnandoci però all’impossibilità di un azione del comune. Con Liviana Covre ho avuto un confronto perchè scrisse un articolo, credo sempre nel gennaio 2014, sull’argomento e oggi possiamo gioire della cosa tutti insieme.
Di seguito le inoltro i pensieri che avremmo piacere fossero inseriti in un articolo sulla vicenda.  

 
Pasquale Naclerio:”In un tempo pieno di incertezze, il simbolo di un paradosso, un paradosso temporale ha avuto un lieto fine. Sette anni fa scrissi che la stazione, in un costante degrado, è allegoria di molte cose, un luogo per un viaggio, un incontro è anche un riparo. Un riparo dal tempo che passa e a questo tempo abbiamo tolto le lancette per non ricordarci che orami per cambiare siamo in ritardo. Oggi la speranza mi si riaccende e spero che queste lancette segnino il tempo di un nuovo futuro.”.

Claudia Andreazza: “Amanti della propria citta’ in tutte le sue componenti civili, e la stazione e’ sinonimo di Civilta’, i Sacilesi possono finalmente ritrovare sulla facciata della Stazione, in piazza Liberta’ , il grande orologio , assente non giustificato da piu’di un lustro! Era diventato un oggetto muto e inoperoso, nessuno lo degnava piu’ di uno sguardo, tanto era diventato inutile! Oggi, pero’ , e’ ritornato attivo, vivo e funzionante con le lancette che battono il tempo per la citta’ e per la Storia!”

Liviana Covre: “ “Anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno.” Così diceva Hermann Hess, ma anche lui, di fronte all’orologio senza lancette della stazione di Sacile, avrebbe avuto qualche dubbio sulla sua utilità; insieme ai sacilesi che temevano riguardo al futuro della stazione ferroviaria. Quell’orologio senza lancette sembrava il marchio di una sorte fermata nella precarietà di un tempo sospeso come quello di un paese che sta conoscendo momenti difficili.Ma ora le lancette hanno ritrovato il loro movimento, quasi per dare un senso nuovo alle cose e creare soluzioni diverse. Potremo credere allora che quell’orologio voglia dirci qualcosa: ognuno il tempo lo si costruisce da sè, purchè abbia coscienza di essere vivo e sappia mantenere la capacità di sentire la speranza, interpretandola alla luce di simboli positivi.”